Il gruppo CRI ArcoBaleno rientra nelle corsie dell’Ospedale di Saronno
Gli Operatori del Sorriso riprendono le visite in RSA presso Casa Focris
Genitori, non sapete più cosa inventare per intrattenere i vostri bambini? Ecco una video-proposta dei nostri volontari!
Nel 2014 nasce il gruppo clown “ArcoBaleno” con il primo corso degli Operatori del Sorriso dei Comitati di Saronno, Lomazzo e Misinto.
Con la nascita del gruppo il Comitato CRI di Saronno sottoscrive convezioni nel territorio per svolgere servizio di clownerie presso l’Ospedale di Saronno e la Fondazione Casa di Riposo Intercomunale Saronno onlus (FOCRIS). Il gruppo Arcobaleno si evolve negli anni svolgendo anche attività in collaborazione con i gruppi clown dell’intera regione operando nelle diverse strutture convenzionate e diventando uno dei sei gruppi clown CRI di riferimento in Lombardia.
L’ATTIVITÀ
Il corso per Operatore del Sorriso di Croce Rossa permette di avvicinarsi all’arte della clownterapia e mira a formare una figura, detta anche “clown di corsia”, che sviluppi le seguenti caratteristiche:
- Competenze artistiche mutuate dall’arte della clownerie: pantomima, improvvisazione teatrale, comicità, creatività manuale, piccola magia e giocoleria;
- Capacità relazionali, pensiero positivo, equilibrio della personalità, buona attitudine all’ascolto, capacità di stabilire una comunicazione consapevole con se stessi e con gli altri, capacità di lavoro in coppia e in gruppo, umiltà, empatia e tolleranza;
- Conoscenza delle tecniche di comunicazione e dei contesti operativi in cui si agisce;
- In ambito operativo, un forte senso di responsabilità nel rispetto di norme (igiene, sicurezza sul lavoro), regolamenti, privacy, sicurezza e autoprotezione, consapevolezza e senso del limite.
Gli Operatori del Sorriso sono volontari che si aggirano per le stanze degli ospedali, armati dell’immancabile naso rosso, con i loro camici dipinti, le calze spaiate, e i colorati pantaloni extra-large e improvvisano gag, azzardano magie, regalando un sorriso ai pazienti che visitano, siano essi bambini, adulti o anziani.
Il connubio tra naso rosso e camice bianco, riconosce l’autoritaria immagine del dottore sotto una luce comica, dando la possibilità a chi si trova a dover convivere con questo ambiente notoriamente austero un diverso atteggiamento mentale, che stempera le tensioni attraverso la risata, allontana sgomento e preoccupazioni e modifica positivamente il clima del reparto mediante l’arte e la comicità, dando al paziente la possibilità di relazionarsi con il personale medico in modo più umano e fiducioso.
Le improvvisazioni comiche dei clown in corsia prendono, infatti, spunto dagli strumenti di cura (siringhe, mascherine, flebo…) e dalle procedure ospedaliere consuete, facendo in modo, attraverso la magia dell’immaginazione e del gioco, che questi si animino sotto gli occhi increduli e divertiti dei bambini per assumere nuove forme stravaganti.
Fare il clown o comportarsi da clown per far ridere non è però il fine dell’attività, ma un mezzo con cui far sentire al malato che qualcuno si sta preoccupando e occupando di lui. Un modo per ridurre lo stress e la tensione, distraendolo dalla sua condizione esattamente come nella figura del clown classico in cui serviva qualcosa per far abbassare la tensione tra uno spettacolo e l’altro durante le esibizioni circensi.
Mentre Patch Adams ritiene che chiunque possa fare il clown, per gli Operatori del Sorriso di Croce Rossa è fondamentale passare attraverso un percorso di formazione, che deve necessariamente essere continua e toccare tanto gli aspetti tecnici (teatro e clownerie) quanto quelli socio-psico-pedagogici propri della relazione d’aiuto.
GLI AMBITI DI INTERVENTO
L’utilizzo delle tecniche di clownerie in supporto dei collettivi vulnerabili non si limita al contesto ospedaliero, poiché l’efficacia degli interventi è stata riscontrata anche con bambini ed adulti che vivono altre tipologie di situazioni critiche.
Gli ambiti di intervento, infatti, possono e devono essere molteplici, proprio in virtù del fatto che lo scopo del Volontario-Clown di CRI è quello di prevenire ed alleviare le sofferenze delle persone, facilitando la condizione di UMANITÀ in ogni soggetto sofferente per qualsiasi motivazione.
L’attività, pertanto, si svolge prevalentemente nelle strutture sanitarie, ma anche in caso di calamità naturali, nelle maxi emergenze, nelle scuole, nelle carceri, nei centri di accoglienza, nelle missioni civili di pace ed in qualsiasi altro luogo o situazione critica di vulnerabilità dove sia necessario ed opportuno l’intervento.
Il Volontario-Clown di CRI non si sostituisce ad altre figure quali l’animatore di reparto, il musicoterapeuta (o altri simili profili professionali), l’operatore di protezione civile, lo psicologo o il soccorritore. Mantiene una propria specificità negli ambiti di intervento e lavora in equipe con tutte le figure che vi partecipano. Lavorando in strutture ospedaliere, tutelari e sociali, è considerato una figura tecnica socio-sanitaria, caratterizzata da una formazione professionale ben strutturata di carattere teorico e pratico.
Le tecniche di clownerie e l’utilizzo dei Volontari-Clown di CRI, possono inoltre ritenersi utili anche nelle attività sociali svolte nell’approccio con:
● i diversamente abili (bambini ed adulti);
● gli anziani nelle residenze sanitarie assistite e nei reparti di lungodegenza e geriatria;
● i minori ospiti di case famiglia e comunità alloggio;
● i migranti, le comunità nomadi ed i senza fissa dimora;
● nelle case circondariali, nei quartieri disagiati ed a forte rischio di devianza sociale;
● in tutti gli ambiti dove si evidenziano forme di povertà ed emarginazione sociale.
Il Volontario-Clown di CRI è un utile strumento di facilitazione dei rapporti tra le persone e può essere considerato, nella sua attività, un esempio che incarna i Principi ed i Valori del Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
I principali contesti operativi dove rivolge la propria azione sono:
● corsie di degenza in ospedali, case di cura, residenze sanitarie assistite, ospedali militari;
● centri sociali e di assistenza per anziani, persone senza fissa dimora, ecc.;
● comunità alloggio e centri diurni di assistenza sociale;
● scuole e luoghi del servizio educativo in genere;
● contesti sociali critici (quartieri a rischio, luoghi di emarginazione sociale, campi di accoglienza, case circondariali, comunità interculturali, ecc.) ;
● emergenze di Protezione Civile;
● missioni umanitarie